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Calo degli SMS per le festività

Ne stanno parlando il New York Times e Forbes come fosse un affare di stato e tutto sommato hanno qualche ragione di alzare il volume sul tema: per la prima volta in alcuni paesi – ma non gli Stati Uniti – si è registrato un calo degli sms durante Natale e Capodanno. Il mondo sta trovando un altro modo per farsi gli auguri, insomma. E non solo.

I dati sorprendenti di uno dei pionieri del text messaging, la Sonera (finlandese) stanno suggerendo agli analisti che il calo degli sms rispetto a Twitter e ai servizi alternativi di alcuni smartphone che permettono messaggi instantanei gratuiti sia più veloce del previsto: in un solo anno si sono persi due milioni di messaggi nella terra che 15 anni fa anche per ragioni geografiche aveva investito molto su questa tecnologia.

Il processo sembra talmente geometrico che qualcuno azzarda il medesimo crollo dello short message system di anno in anno nei diversi paesi del globo a seconda di quando il sistema è entrato in vigore. Così, se Finlandia oppure Hong Kong stanno già vedendo il tramonto dell’sms, negli USA, dove sono diventati popolari circa due anni dopo, si pensa che crolleranno definitivamente tra il 2012 e il 2013. E così via. Tra pochi anni non ci sarà più nessuno che manderà “Buon Anno!” con un sms collettivo, pagando pure per farlo, ma scriverà #BuonAnno sul suo smartphone sapendo che lo leggeranno tutti i suoi followers e gli amici sui social, e questo gli basterà.

Insomma, se fosse una questione matematica basterebbe aggiungere 15 anni all’anno del boom degli sms in una tale nazione per avere l’anno in cui la curva del grafico, per la prima volta, andrà giù. Ma i social network, catalizzatori del cambiamento, sono anche acceleratori di questo fenomeno, quindi in caso di coesistenza tra sistemi, ad esempio l’est europa dove tutto è arrivato in pochi anni, il crollo avverrà in anticipo.

Questa è una lezione molto importante per affinare il nostro concetto di obsolescenza tecnologica: essa è molto diversa da quella programmata tipica dei prodotti dell’era industriale, perché non è prevedibile. Questo comporta due effetti: investimenti maggiori nella ricerca di mercato – perché i clienti dell’era della comunicazione globale sono meno fedeli – ma anche la consapevolezza che è molto più facile perdere grandi somme di denaro. Basti pensare che al momento gli sms rappresentano il 20% del fatturato dei grandi vettori mondiali. Una perdita secca in un giro di tempo così breve metterà a rischio altri posti di lavoro.