La prima buona notizia del 2013 è che non distruggeremo più il telefonino lasciandocelo sfuggire dalle mani: sarà lui a diventare infrangibile. I tempi sono maturi, le fabbriche limano i progetti: tra orsetti intelligenti e occhiali alla Robocop, potrebbe essere lui il primo abbraccio tecnologico del futuro che incombe. Lg e Samsung sono pronte a produrre una nuova generazione di telefonini a schermo flessibile, praticamente indistruttibili: servirà quantomeno a non costringerci più ad acquistare per loro quei costosissimi “abitini” di gomma colorata per attenuare l’effetto dei capitomboli. Forse ci vorrà qualche mese in più, ma sono in rampa di lancio anche tablet e televisioni infrangibili: una volta aperta la strada, la conversione dal rigido al flessibile sarà esportata a tutte le tecnologie a schermo digitale.
Con lo stesso principio, quello dei videoschermi realizzati in materiale flessibile, sono in cantiere anche i mini-computer indossabili: bracciali da polso in grado di verificare in tempo reale le nostre condizioni di salute mentre facciamo jogging e di chattare con gli amici sui social network. Lo spartiacque per farli diventare oggetti di culto è la realizzazione di nuovi “tessuti batteria” in grado di immagazzinare l’energia come pile ricaricabili senza però riempirci di emissioni nocive: le Università ci lavorano da anni, i risultati sembrano imminenti.
Secondo Gartner, un’importante società di consulenza su tecnologie e ricerca, l’elettronica indossabile è un capitolo che verrà aperto rapidamente e darà vita a nuove aziende dedicate solo a questo: già si lavora a magliette di cotone riscaldate per consentirci di uscire in pieno inverno con i vestiti leggeri come fossimo in primavera, senza doverci intabarrare in cappottoni e piumini. E sarà difficile convincere i ragazzini a non farsi regalare da Babbo Natale la maglia o il giaccone ricaricabili con le cuffie per sentire musica, uno degli altri sviluppi che Gartner prevede inevitabili.
Scontato che avremo sempre a che fare con l’immensamente piccolo, con le nanotecnologie che promettono computer sempre più potenti e con il “4G” che porterà velocità di trasferimento dei dati sempre più rapide, un bel salto in avanti saranno le “città intelligenti”. Dice il saggio che il futuro sia per sua natura imperscrutabile, ma la tentazione è così forte che persino l’austera
Bbc si è lasciata travolgere chiedendo a Steve Lewis di Living PlanIT, una società che progetta chiavi in mano le città del futuro, come saranno queste immaginifiche “smart cities”. “Ne stiamo sviluppando una in Portogallo – ha risposto – che avrà decine di milioni di sensori interconnessi negli edifici, nei mezzi di trasporto, nel sistema idrico e in quelli fognari ed elettrici, nell’illuminazione pubblica e in una miriade di altre applicazioni “.
Città analoghe sono in via di progettazione anche in Olanda, Regno Unito, Cina e Brasile: dialogheranno autonomamente via Internet, terranno informati i cittadini su sprechi, guasti e consumi, e ci faranno discutere e litigare su Grande Fratello e futuro inarrestabile, su rispetto della privacy e vantaggi dell’efficienza. Nell’attesa, godiamoci lo scodinzolio elettronico di Alpha Dog, il cane robot inventato dal Pentagono: fa passeggiatine di 32 chilometri senza fermarsi e risponde ai comandi verbali come un grosso rottweiler, e i militari non lo hanno realizzato solo perché non sporca… Google, intanto, lavora da tempo sulla realtà aumentata: il Project glass, gli occhiali che ricorderanno l’agenda e indicheranno la strada. Li comanderemo annuendo, ma arriverà prima il ToyTalk: l’orsetto parlante interattivo di una startup che ha appena ricevuto 16 milioni di dollari sul suo progetto di business. E ve la ricordate “Caterina”, il robot domestica di Alberto Sordi? Era il 1980 e sembrava imminente, invece è rimasta un mito per cineteche. Ma c’è chi scommette che ora siamo vicini vicini.