L’Apple iPad continua a dominare nel mercato tablet per tanti motivi, che spesso sono capaci di infiammare il dibattito fra gli esperti. Su una cosa però tutti concordano, perché sui numeri c’è poco da discutere: supera gli avversari in autonomia. La conferma giunge dai laboratori di Consumer Reports e Which?, due testate specializzate nei test di prodotti hi-tech e non solo. Di solito non fanno sconti ai grandi marchi: Apple lo sa bene perché nel 2010 il suo iPhone 4 venne giudicato malamente dal primo sito per i problemi di ricezione del segnale. Quello che in tutto il mondo esplose come Antennagate.
“Apple vince nella sua categoria con un buon margine”, ha confermato sul suo blog il ricercatore di Which?, Tim Gee. E infatti nel segmento 10 pollici l’iPad con Retina Display ha dimostrato di poter raggiungere gli 811 minuti di autonomia, contro i 534 minuti del Sony Xperia Tablet S e i 488 minuti del Google Nexus 10. Il nuovo Surface RT si è fermato a quota 501 minuti, mentre il vecchio iPad 2 si è confermato secondo in classifica con 590 minuti. Da rilevare poi che ogni test è stato effettuato nelle migliori condizioni, ovvero solo con il Wi-Fi acceso per la navigazione online, il Bluetooth disabilitato e la luminosità dello schermo settata a media intensità (200 nit/candele).
Ma qual è il segreto di un risultato di tale livello? Difficile identificarne uno solo. Certo è che l’autonomia dei dispositivi portatili è l’argomento caldo dell’anno, e lo sarà anche per quelli a venire. Attualmente dai nostri test interni, presso il laboratorio di Tom’s Hardware Italia, abbiamo rilevato che uno smartphone moderno ha una durata della batteria in media di nove ore, mentre per un tablet questo valore sale a circa 12 ore, con i prodotti Apple in testa. Ad esempio nel segmento dei 7 pollici, il nuovo iPad Mini ha totalizzato 865 minuti, mentre il Nexus 7 circa 795 minuti e il Kindle Fire HD solo 725 minuti.
La verità è che lo sviluppo dei dispositivi portatili sottili e leggeri è più veloce dell’evoluzione delle batterie, che non riescono a offrire maggiore potenza in poco spazio. Per supplire a questa mancanza i produttori ricorrono a stratagemmi software, grazie ai quali alcune funzioni del dispositivo vengono disabilitate al raggiungimento di determinate soglie di carica. Contemporaneamente si cerca d’inserire nei dispositivi batterie più capienti, che su alcuni modelli rappresentano più della metà dell’ingombro totale.
Non sono poche le tecnologie annunciate per le batterie del futuro, ma nessuna strada sicura è ancora stata delineata. Attualmente si cerca di migliorare l’efficienza delle tecnologie al Litio, ma la maggior autonomia si ricava soprattutto da un’ottimizzazione delle piattaforme hardware, degli schermi e del software che si nascondono dietro a uno smartphone o un tablet. La batteria è un componente a se stante, per di più spesso oggetto di fornitura esterna quindi poco personalizzabile.
La speranza risiede in una nuova tecnologia, a portata di produzione di massa, che possa soppiantare quelle attuali e offrire maggior capacità ed efficienza in ingombri ridotti. In caso contrario, a fronte di incrementi prestazionali e funzionali dovremo accontentarci di autonomie simili a quelle degli smartphone moderni. E purtroppo ancora per molti anni.
Dalla redazione di Tom’s Hardware