Chrome regna sovrano nel mondo dei browser, almeno secondo l’ultima ricerca di StatCounter, i cui numeri, anche se possono non essere accurati al 100%, parlano chiaro: Chrome ha una quota di mercato pari al 33.8% e ha ormai più o meno stabilmente superato Internet Explorer, che è al 32% mentre alle loro spalle ci sono Firefox, con il 23,7% e, molto indietro, Safari con il 7.1%. Chrome, oltretutto ha conquistato parecchio terreno anche in Europa, superando per la prima volta Safari, ed è al comando anche in Sudamerica e in Asia, mentre il regno di Internet Explorer resta il mercato di lingua inglese, che lo vede in testa sia negli Stati Uniti che in Inghilterra.
Insomma, la lunghissima, interminabile, sempre nuova “guerra dei browser” continua, anzi si fa addirittura, se possibile, più calda di prima, soprattutto ora che l’accesso alla rete non è più limitato alle macchine fisse, ma si allarga quotidianamente attraverso i device mobili. Oltretutto quelli che noi continuiamo a chiamare browser sono molto cambiati dalle origini ad oggi e se fino a poco fa erano “soltanto” la nostra porta d’ingresso alla rete, oggi fanno molto di più, ci consentono di creare documenti, di eseguire programmi, sono diventati dei sistemi operativi e il “backbone” di altri software. E se fino ad oggi è stata Google con il suo Chrome a segnare la strada, in autunno sarà Microsoft a lanciare la controffensiva, integrando completamente il nuovo Internet Explorer 10 nelle nuove versioni di Windows e Office. Il nuovo Office, ad esempio, è stato completamente riscritto per adattarsi alla nuova era del cloud e Explorer sarà uno degli strumenti di accesso ai documenti Office per molti utenti, così come Google Docs funziona con Chrome. Il che crea, ovviamente, una nuova serie di problemi per gli utenti, dato che ogni azienda vuole non solo che gli utenti usino il browser da loro proposto, ma anche i servizi che arrivano assieme al browser, servizi che spesso funzionano in maniera eccellente nel proprio browser e meno bene in quelli prodotti da altri.
E se quello della compatibilità è uno dei problemi importanti nella scelta di un browser, per quello che riguarda il mobile le cose si fanno più complesse nel campo della disponibilità dei diversi software. La battaglia di Google per conquistare il mercato mobile attraverso il proprio browser è in pieno svolgimento, e l’azienda di Brin e Page ha già sfornato versioni del suo Chrome per varie piattaforme. Ma non è tutto facile. Sui telefoni Apple, ad esempio, il browser di default è Safari, e Chrome nonostante abbia un app da poter scaricare sull’iPhone è usato solo dall’1.6% degli utenti. E su Windows va anche peggio, perché Windows Mobile attualmente supporta solo Explorer e nel Windows Marketplace non ci sono browser prodotti da altri. E si sa già che Windows 8 non supporterà browser che usano processori ARM. I “bei tempi” nei quali potevamo scegliere liberamente quale browser usare sul nostro pc non si ripeteranno, almeno a breve, sui nostri terminali mobili. Ma anche sui pc le cose non vanno benissimo e per i problemi di incompatibilità, soprattutto con le vecchie versioni dei browser, spesso se ne deve usare più di uno contemporaneamente per poter avere la migliore esperienza con questo o quell’altro sito o servizio.
A decidere chi vincerà nel campo del mobile sembra saranno le macchine e i loro sistemi chiusi? Forse sì, ma c’è anche un altro terreno in cui lo scontro si fa interessante. Ed è quello della privacy. Il prossimo Internet Explorer, ad esempio, spinge molto in avanti la questione e va incontro alle preoccupazioni dei consumatori, che non amano essere “tracciati” durante le loro navigazioni a loro insaputa, non vogliono che vengano prese informazioni nel loro passare da un sito all’altro e vogliono sapere dove queste informazioni vanno e come vengono usate. La nuova release di Explorer avrà quindi integrate le funzioni per la privacy che ci sono in Safari e in Chrome, ma in più avrà il “do not track” abilitato di default. Windows 8 informerà i propri utenti del “do not track” alla prima accensione e chi vorrà disabilitarlo lo potrà fare cambiando i setting. Privacy, sicurezza e compatibilità sono poi importantissimi anche nella scelta dei browser da parte delle aziende, soprattutto con il crescere delle applicazioni “web based” per il lavoro, una fetta di mercato non indifferente per i conti finali della “guerra dei browser”.
Insomma, bisognerà attendere ancora qualche mese per avere un idea più chiara e per avere davvero conferma che Chrome è i testa alle classifiche. Anche perché in autunno sono attese molte novità nel campo degli smartphone e dei tablet, dall’iPhone 5 ai tablet con Windows 8, che potrebbero cambiare le carte in tavola e rivoluzionare la “top 5” dei browser ancora una volta.